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SOFIA KOURTESIS 

 

Madres è l'album di debutto dell'artista peruviana residente a Berlino, fuori il 27 ottobre e anticipato dal singolo Si Te Portas Bonito.

Dedicato a sua madre, l'album è anche un omaggio al neurochirurgo di fama mondiale Peter Vajkoczy. La storia di come un neurochirurgo possa apparire nelle note di copertina di questo disco è una storia di tenacia, miracoli, amore divorante e speranza.
 
Quando ha iniziato a lavorare al suo album di debutto, Sofia Kourtesis era apparentemente inarrestabile. Una serie di EP e singoli accolti con grande entusiasmo, incluso Estación Esperanza con Manu Chao, l'hanno resa velocemente riconoscibile nell'affollato mondo della musica elettronica.

A documentare quel suo stato di grazia, si segnalano la cover story di Mixmag, una session per Resident Advisor, New York Times, Pitchfork, DJ Mag e le classifiche di Spotify. E ancora show sold out al Lafayette di Londra e YES di Manchester, oltre a esibizioni straordinarie a Glastonbury, Green Man, Wide Awake,  Primavera, fino a slot di supporto a CaribouBicep.

 

Tra tour e lavoro in studio, Sofia Kourtesis trovava anche il tempo però di tornare a casa in Perù per stare con sua madre, rimasta da sola per la recente morte del marito, alla quale era stato diagnosticato un cancro che la stava deteriorando. "I medici mi chiamavano continuamente da mesi, per salutarla", ricorda.
 
Quegli stessi medici a un intervento chirurgico davano scarse probabilità di successo, ma la voglia di non arrendersi le fa conoscere i successi professionali del dottor Vajkoczy, anche se appare in un primo momento difficilmente raggiungibile. In preda alla disperazione, dopo uno snippet sui social lancia nel web la promessa di dedicare la traccia a Vajkoczy in cambio di pochi minuti del suo tempo. Entra così in contatto con il neurochirurgo che decide invece di operare la madre, prolungandole la vita più di quanto chiunque avrebbe potuto sperare.
 
Sofia Kourtesis ha ripreso la sua vita in mano, con la madre che sta bene e si è trasferita a Berlino non lontano da lei. Madres è il risultato di quella vita. Nonostante contenga sfumature delle lotte sociali di quegli anni e del percorso di salute mentale che l'artista ha dovuto affrontare, è un lavoro gioioso, inondato di luce calda e traboccante, di "speranza e valore che il grande amore può creare miracoli".

È pieno anche di quelle minuzie per le quali Kourtesis non aveva più tempo o energia: uscire con gli amici, ballare, mangiare, vivere. Vaikoczy entra a far parte a pieno titolo di questo mondo, lui stesso un appassionato fan della musica, diventa una sorta di cassa di risonanza per l'album e Kourtesis lo ha voluto al suo fianco persino nel suo primo viaggio al Berghain.

Madres contiene anche tutto ciò che ha già reso Sofia Kourtesis così amata. Dai suoni e colori dei suoi luoghi peruviani alla sua casa adottiva a Berlino ("il mio cuore è molto latinoamericano, ma il mio motore è tedesco"), dall'attivismo sull'uguaglianza di genere alla protezione delle persone queer, fino all'accesso ad aborti sicuri in Perù.

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