BONOBO
Si intitola Fragments il nuovo album di Bonobo, in uscita il prossimo 14 gennaio, prima di un tour mondiale che partirà a febbraio e toccherà l'Italia solo la seconda metà dell'anno.
Anticipato da Rosewood, Fragments è il disco più emotivamente intenso di Simon Green (Bonobo) e include collaborazioni con Jamila Woods, Joji, Kadhja Bonet, Jordan Rakei, O'Flynn e Miguel Atwood-Ferguson. Nato da frammenti di idee e sperimentazioni, l'album ha preso corpo successivamente da un'esplosione di creatività alimentata dalle collaborazioni e dalla fuga di Green nella natura più incontaminata
Uno dei più grandi nomi dell'attuale scena dance, la carriera di Green include tre nomination ai Grammy e due milioni di biglietti venduti per il tour di Migration (Ninja Tune, 2017), un lavoro che è entrato in Top 10 in vari paesi, nelle prime cinque posizioni in patria nel Regno Unito e ha raggiunto la #1 negli Stati Uniti nella Dance Chart di Billboard. Bonobo è anche uno degli artisti preferiti nei più grandi festival in giro per il mondo e, come parte del tour annunciato oggi, Bonobo suonerà tre date alla leggendaria Royal Albert Hall di Londra oltre a Brighton, Birmingham, Manchester, Leeds e Nottingham
Le dodici tracce di Fragments presentano alcuni dei groove più intensi mai prodotti da Green. Le ballad catturano un mondo in movimento e brillano di speranza. Il produttore e musicista inglese ha iniziato a lavorare all'album mentre era costantemente in tour, ma la pandemia poi lo ha costretto a stare fermo concedendogli il tempo di rifinire il tutto nel migliore dei modi.
I temi musicali di Fragments nascono attraverso l'esplorazione di sintesi modulari, con le registrazioni dell'arpista Lara Somogyi, le session con l'arrangiatore e musicista Miguel Atwood-Ferguson, l'attitudine di Green nel suonare il Fender Rhodes e altro ancora. L'album è stato creato, registrato e mixato negli ultimi due anni, quando cercava rifugio in avventure solitarie nella natura, nel rovente deserto della California e lontano da lockdown e incendi selvaggi.
Anche la struttura ritmica ha una genesi diversa rispetto ad altri suoi album: le strutture della bass music britannica e del rave diventano ritmi filtrati come Otomo (co-prodotto da O'Flynn e con un campione del coro bulgaro 100 Kaba- Gaidi) e Sapien. C'è l'old school di Detroit, quella ispirata a Moodymann e Theo Parrish in Shadows, registrata con l'amico Jordan Rakei, mentre Rosewood, Closer e Counterpoint iniziano con uno scatto estatico e si snodano su percorsi sorprendentemente diversi. L'arpa di Somogyi e gli archi di Atwood-Ferguson si mescolano nell'inedito Elysian. Due ballad arricchiscono infine la seconda metà del disco: Day by Day con Kadhja Bonet e From You con Joji.
Un album in molti modi pensato per il club: 'ho ricordato ancora una volta quanto amavo le folle, il movimento e le persone che si connettevano tra loro', ma la positività e la gioia sono presenti anche nei brani più introspettivi e malinconici.