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MATTHIEU MANTANUS

 

Esce il 31 marzo 'Sound of Elements' di Matthieu Mantanus, un nuovo EP ai confini tra classica, elettronica e ambient

Pianista, direttore e compositore, Mantanus è conosciuto dal pubblico italiano anche per le sue lezioni sui grandi della musica classica - da Beethoven a Cajkovskij, ospite televisivo di Fabio Fazio in 'Che Fuori tempo che fa' e alla guida della Jeans Symphony Orchestra. Da qualche anno l'artista svizzero esplora il mondo dell’elettronica e il rapporto con il repertorio classico, dando vita a un’universo sonoro quasi ambient, non lontano da alcuni lavori di musicisti a lui affini come Nils Frahm o Olafur Arnalds.

 

'Non avrei mai pensato, anche solo cinque anni fa, di entrare in questo mondo. E non sapevo cosa mi perdevo: l’elettronica è lo strumento che ha provocato in me una mareggiata di creatività” spiega Mantanus. “Questa ricerca continua di suono è ricchezza pura, esattamente come l’orchestrazione: è espressione e ispirazione allo stesso tempo. Una incredibile dialettica che è proprio la fucina in cui nascono lavori come Sound of Elements'.

 

Sei tracce  (una dedicata all'acqua, una all'aria, al fuoco, alla terra, più prologo ed epilogo) attraverso le quali l’artista accompagna gli ascoltatori attraverso un mondo quasi distopico, con un interplay incredibile tra pianoforte ed elettronica e dalle sonorità ricercate e oniriche.  In ogni tappa il suono dell’elemento funge da chiave di accesso a un immaginario concreto – impietoso, ma sempre poetico.

 

'Sound of Elements è nato d’estate - racconta Mantanus - ascoltando a occhi chiusi lo sciabordio del mare su una scogliera. Mi sono reso conto che questo richiamava in me potenti ricordi, emozioni e pensieri. Esattamente come la musica. Anzi, era musica. Ho iniziato a scrivere partendo da lì'.

 

Suoni della natura, dunque, ma non solo. In effetti ognuno dei quattro brani ('Drops of Freedom' per l’acqua, 'Weathercock’s Melancholy' per l’aria, 'Jazz Fire' per il fuoco, e infine 'Static Noon' per la terra) è ispirato a un brano del repertorio impressionistico, periodo al quale Mantanus si sente molto legato.

 

'Il mio primo pensiero, associando musica ed elementi, è andato a Debussy. Gli elementi sono parte integrante, per esempio, dei suoi preludi: l’acqua è quasi onnipresente nella sua musica. Per Debussy l’acqua, o il vento, erano pieni di misteri, magia e fiabe. Il mio immaginario invece si delinea molto più concreto e spietato… o forse semplicemente più umano. Ecco, questo è un paradosso che è emerso da subito: l’elettronica – uno strumento che potrebbe sembrare in un primo momento il meno ‘umano’ che esista, data la sua natura digitale e non acustica –  porta invece l’uomo e l’umanità ovunque nei miei brani.'

 

Mantanus usa un pianoforte acustico con uscita MIDI per dialogare con synth digitali e analogici. In questo modo non ci sono tracce precostituite e ogni suono viene creato live dando vita a una session ogni volta leggermente diversa.

 

In attesa delle sue date dal vivo, sul sito www.matthieumantanus.com è già possibile effettuare il preorder, ottenendo il download di 'Drops of Freedom’.

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